Diavolo ed Acqua Santa, le virtù… informatiche. Se apparentemente i programmi che utilizziamo ogni giorno tramite il nostro computer sembrano essere privi di anima, sicuramente coloro i quali si sono dedicati alla loro realizzazione dovrebbero invece risultare essersene in possesso. Ma il linguaggio macchina, che poi costituisce l’anima con la quale sono realizzati i programmi eseguibili dai computer, risponde a qualche virtù particolare?
Cioè nel cercare disperatamente la cosiddetta perfezione gli artefici dei programmi si rivolgono più alle virtù teologali o alle virtù cardinali? Intraprendendo una sottile, e molto ironica strada filosofica si potrebbe però asserire che la carità, la speranza e la fede. Queste sono le 3 virtù teologali appartengono più al popolo che utilizza i programmi informatici. Mentre la temperanza, la giustizia, la fortezza e la prudenza, che costituiscono le quattro virtù cardinali appartengano più a quei mattacchioni che realizzano i programmi.
Anima nei programmi
Ci si interrogava circa l’esistenza di un’anima nei programmi per computer, proprio perché sembra quasi che alle volte essi abbiano una specie di vita propria. Infatti, in certe situazioni si possono vivere veri momenti di terrore, dati dal fatto, che pur eseguendo le procedure di installazione indicate, il programma non ne vuole sapere di attivarsi.
Ecco perché allora la carità, la speranza e la fede appartengono al popolo che prova ad utilizzare questi programmi.
Compri un programma? Lo fai per Fede, Speranza e non certo per Carità!
Iniziamo ad analizzare la fede. Chi compra un programma ha fede che esso possa risolvere il problema per il quale viene ad essere acquistato, ha la speranza che finalmente possa anche lui fare ciò che altri fanno già grazie a questo programma. Per quanto riguarda la carità è in questo caso da intendersi in forma riflessiva: cioè chi compra un programma non fa certamente la carità, anzi riceva la carità di poter esprimere la propria fede e la propria speranza che tutto possa essere facilmente risolvibile.
Certo, apparentemente sembrerebbe una tipica situazione ingarbugliata, ma osservandola con un attimo di attenzione si potrà constatare che tale situazione non è poi così strana o assurda. Al di là di una bonaria forma umoristica in effetti alle volte sembra che vi sia la maledizione di Montezuma o quella di Tutankhamon ad animare certe situazioni.
A chi non è mai capitato che tutti gli amici e conoscenti hanno installato con semplicità un determinato programma, mentre nel nostro computer non ci si riesce? La mano la si può tranquillamente alzare, tanto non è in funzione nessuna web camera, forse!
I programmatori rispecchiano le 4 virtù cardinali… ecco il perché
Ma torniamo alla questione delle note virtù cardinali. Si è detto che esse sembrano appartenente più ai programmatori che alla restante parte di popolazione terrestre. Se non come aspetto fisico, molti di loro sembrano essere propri veri cardinali.
Per i programmatori, infatti, è tutto noto e chiaro. Illuminati come sono da una fonte di sapere che ha una provenienza quasi divina. Per questo si parla di Diavolo e Acqua santa
Ecco perché sembrano investiti di virtù come la temperanza, la giustizia, la fortezza e la prudenza. La temperanza dovrebbe equilibrare le loro vite, renderli moderati nei confronti dei piaceri, evitare che la bramosia li renda schiavi. Questo è in teoria. In pratica sono animati quasi tutti da un sottile piacere nel creare un qualcosa di utile. Ma di difficile comprensione. Un qualcosa destinato ad un largo pubblico e nel contempo riservato ad alcuni eletti.
Finezze tecniche Il diavolo e l’acqua santa
La loro bramosia è evidente nell’essere capace di inventare un qualcosa che diviene impossibile rinunciare e, che nel contempo, non si comprenda cosa serva nella vita pratica. Finezze tecniche rivolte a tutti, ma capite da pochi, che ovviamente, per non essere esclusi fingono di comprendere. Per non poi ricordare dell’assurdo e complesso modo di parlare.
Se si prova a fare una domanda, dalla quale ci si aspetterebbe una semplice risposta, si sarà investiti invece da tutta una serie di parole incomprensibili. E quasi istintivamente si sarebbe portati a fare una croce e dire ad alta voce “esci da questo corpo”, considerando che quanto stanno dicendo sembrerebbe provenire da profonde e terribili tenebre.
La giustizia
Per quanto riguarda la giustizia i programmatori l’hanno certamente intesa a proprio vantaggio e il famoso insegnamento “Non fare gli altri quello che non vuoi che vanga fatto a te” va a buone donne. Hanno quasi tutta l’ironica interpretazione di questo concetto, visto che poi il popolo degli utilizzatori deve molte volte combattere per installare e far funzionare in maniera semplice certi programmi o effettuare determinati passaggi.
La fortezza invece gli assicura nelle difficoltà e nelle avversità la strada verso il perfezionamento del lavoro che stanno svolgendo. Cosa che assicura le maggiori future difficoltà e complessità al restante parte di umanità.
Ma forse la virtù primaria alla quale i programmatori si attengono è la prudenza. Provate a leggere un manuale di installazione e vedrete come ciò si adatta perfettamente a questa loro particolare virtù.
A questo punto è meglio precisare che si è voluto semplicemente fare un po’ di ironia. A chi non è piaciuta, pazienza, la vita prosegue lo stesso. Per il resto un grazie enorme a tutti quegli uomini e donne che con passione e professionalità hanno saputo creare programmi che hanno consentito il proseguire un cammino di progresso umano. Certo però se facessero le cose un po’ più semplici non sarebbe poi un vero e proprio peccato. O forse sì? Ai posteri l’ardua sentenza!