Gli scienziati della Università Artica della Norvegia, questa settimana hanno annunciato di avere trovato enormi crateri sottomarini al largo della loro costa. I quali secondo loro si sono formati in seguito a devastanti esplosioni di gas naturale, sepolto nel fondo marino. Non è questa però la notizia strana. Piuttosto il fatto che gli stessi scienziati hanno suggerito che tale fenomeno potrebbe spiegare la leggenda sul Triangolo delle Bermuda.
Il Triangolo delle Bermuda è forse l’area geografica più famosa al mondo; sicuramente è quella più intrisa di mistero e fascino!
I ricercatori hanno descritto i crateri rinvenuti nel Mare di Barents, larghi fino a mezzo miglio e profondi 150 piedi, corrispondenti a quasi 46 metri. I crateri sembrano essere causati dal rilascio esplosivo di idrato di metano, noto anche come clatrato di metano o gas naturale, che era stato depositato milioni di anni fa, nel sedimento sottostante.
Attualmente non è noto se queste esplosioni di metano possano accadere nella regione del Triangolo delle Bermuda. Se così fosse, però, gli scienziati suggeriscono che i disturbi violenti nell’acqua e nell’atmosfera potrebbero investire una nave o un aereo. In questo modo si causa il capovolgimento o qualche altra calamità improvvisa.
Mentre il rischio per le navi di passaggio in quell’area deve essere ancora definitivamente stabilito, in ogni caso gli idrati di gas sono molto reali. Normalmente, siamo abituati a pensare che gli idrati di metano si possano creare e trovare solo sui pianeti ghiacciati. Ma delle esplorazioni e le ricerche più recenti hanno stabilito che potremmo trovare questi depositi cristallini di metano nei fondali oceanici della Terra.
Il metano è un gas incolore e inodore, ed è anche apolare – normalmente, si comporta come se fosse olio in acqua, rifiutandosi ostinatamente di mescolarsi o sciogliersi nell’acqua. In alcuni casi però, potrebbe accadere ad esempio che una grande quantità di metano della Terra è stata prodotto tanto tempo fa, in seguito alla decomposizione di antiche distese di plancton sepolti nel fondo del mare, soggette alle pressioni di schiacciamento nel mare profondo.
La pressione significa che le molecole di metano sono fisicamente costrette a mescolarsi con le molecole d’acqua – da cui il nome, idrato. La sostanza risultante viene mantenuta stabile in una forma cristallina solida dal peso di tutta quell’acqua che la schiaccia.
La legenda del Triangolo delle Bermuda
Questo è anche il motivo per cui non troviamo clatrati di metano nei mari poco profondi; le pressioni non sono sufficienti per mantenere il metano solido. Ma con il giusto tipo di disturbo, parti dei depositi di idrati cristallini delle profondità oceaniche, possono staccarsi e addirittura esplodere violentemente in seguito alla transizione da stato solido a gassoso. I lavoratori del settore petrolifero chiamano queste esplosioni di gas, “rutti di morte.”
Ci sono stati una serie di teorie cospirative riguardanti il ben noto Triangolo delle Bermuda, alcuni meglio motivate di altre, ma molti esperti rimangono convinti che la zona possa essere soggetta ad un’anomalia di questo tipo. Occorre precisare che questa è una regione di grande traffico, e lo è stata per lungo tempo.
Analizzando i dati sulle navi e gli aerei scomparsi dal Triangolo delle Bermuda, si è scoperto che in realtà, essi si verificano a circa la stessa frequenza di qualsiasi altro luogo, sollevando dubbi sul fatto che il triangolo non è altro, se non un caso collettivo di pregiudizio di conferma.
Le acque potrebbero anche non essere abbastanza in profondità perché si formino i depositi di metano idrato. Se comunque gli scienziati dovessero avere ragione, con il cambiamento climatico che riscalda gli oceani (aiutato con, poeticamente, l’aiuto del metano in qualità di potente gas serra), si verificheranno sempre di più di questi rilasci tumultuosi di metano, facilitando il loro studio.