Macchine pensanti. Non semplicemente in grado di fare le cose più velocemente, o che hanno la potenza di calcolo necessaria per semplificare le attività ripetitive senza stancarsi. No, si parla di vere e proprie macchine pensanti.
Macchine che siano in grado di svolgere compiti creativi, generando modelli più efficienti attraverso tecniche che potremmo prendere in considerazione lasciando più spazio a qualcosa che potremmo chiamare “ispirazione”. Con tutti quegli attributi che, fino a poco tempo, abbiamo considerato come esclusivi del cervello umano. Ma che non lo siano più. Melodie musicali, foreste casuali ma non solo, tecniche in grado di insegnare a una macchina a pensare, a prendere in considerazione scenari di apprendimento superiori a quelli che potrebbe ideare un cervello umano.
E’ importante che i manager capiscano che queste macchine pensanti non serviranno più solo per la contabilità o la gestione degli stipendi. Esse non saranno solo dei semplici operai specializzati che renderanno più veloce e meno faticoso realizzare i prodotti, ma saranno macchine capaci di pensare e di generare idee. Anche in grado di svolgere analisi o previsioni molto più accurate e precise di quelle che potrebbe fare un cervello umano. E se qualcuno non punterà a sperimentare con questo genere di possibilità, cadrà vittima di quelli che lo avranno fatto.
Inutile dire che ci saranno anche dei rischi con queste macchine pensanti. Ma succede con tutte le tecnologie. Tutto sta a saperle tenere sotto controllo. E’ successo con le automobili, che comunque agiscono in base a quello che decide il guidatore, o le armi che cadono sotto la responsabilità di chi le maneggia.
Ti potrebbe interessare: StarlETH, il Cane Robot che cammina, corre e si arrampica